LA SVOLTA
Febbraio 21, 2020
Opera

La Svolta è esposta nella mostra “Ci vuole un fiore” al Museo di Scienze e Archeologia che si spera possa essere presto riaperta al pubblico.

La storia del paesaggio e delle nostre relazioni con esso è sempre più punteggiata di eventi climatici catastrofici. Nel novembre 2018, la tormenta di acqua e vento che soffiava ad oltre 200 chilometri all’ora ha lasciato un segno indelebile sulle nostre montagne configurandosi come il più grande evento di disturbo delle foreste registrato in Italia dopo la fine della Grande guerra.

Foto Davidzon Agostini

Come in una cupa leggenda montana, come se il silenzioso e segreto dialogo che intercorre tra gli alberi si sia manifestato in un lancinante, premonitore grido d’allarme, un anno prima che la disastrosa tempesta Vaia si abbattessesu di noi, negli altipiani di Lavarone c’è stato lo schianto dell’Avez del Prinzep.

Chissà quante generazioni di cimbri gli hanno rivolto sguardi e pensieri, certo è che oggi l’Avez del Prinzep rappresenta l’emblema del fragile rapporto fra uomo e natura culminato in questo «climate change» di inizio millennio.

I nostri paesaggi potranno essere uguali a prima? La creatività della natura può essere infinita? L’uomo saprà accompagnare questo processo senza cadere ancora nell’errore di sostituirsi ad essa?

Palazzo Parolari, Fondazione Museo Civico Rovereto

Con l’aiuto del regista Thomas Tom Saglia, l’ 8 aprile del 2020, nell’ambito della comunicazione della FMCR #apertipercultura, rubrica online che cerca di sopperire alla mancata apertura dei musei a causa del Covid 19, l’artista Osvaldo Maffei presenta in un breve docuvideo l’opera “La svolta”, e la riflessione che nasce e si ispira a questo evento. Le immagini da drone della tempesta Vaia sono gentilmente concesse da Jerry De Zolt, tratte dal video “Vaia 2018 4k”.