a cura di Osvaldo Maffei
con l’amichevole partecipazione di Mario Cossali
Nel 1990 in occasione del convegno: “Paolo Orsi e l’Archeologia del ‘900”, oltre a conferenze, seminari e film, fu proposta la videoinstallazione dedicata a Paolo Orsi, che viene qui ripresa attraverso una rilettura della documentazione che l’accompagnava, una rielaborazione dell’allestimento e la presentazione di alcuni nuovi oggetti.
Il titolo “Mèta -” (dal gr. μετά «con, dopo»), allude all’obiettivo di giungere attraverso la videoarte al senso più profondo di storie passate rileggendole in chiave contemporanea.

Osvaldo Maffei è nato a Rovereto 30 – 01 – 1963, vive a Sasso di Nogaredo, TN sulle pendici dello Stivo. Partecipa sin dal 1983 a numerose mostre con carte dipinte, videoinstallazioni e performance, lavora alla Fondazione Museo Civico di Rovereto. Sempre alla ricerca di nuovi linguaggi e stimoli culturali, nel 2009 ha conseguito la laurea triennale in Scienze Cognitive all’Università degli Studi di Trento. Impegnato nel volontariato su temi culturali e sociali, negli ultimi anni dopo aver scoperto il mondo delle marionette e della narrazione, cura il lavoro del padre e collabora ad alcuni film con la ZeLIG di Bolzano.

“La video installazione di Osvaldo Maffei è un appassionato invito alla meditazione e alla riflessione, che è tanto più esplicito e dichiarato in quanto il mezzo usato, la serie di video appunto, normalmente nella nostra società è collocato ad una comunicazione veloce, tutt’altro che approfondita e riflessiva.
Il linguaggio prevalente del video è seducente e, come ha osservato Bajdrillard, si contrappone al senso, tende cioè a sviare ( détourner, dice il pensatore francese).
In questo caso invece, la ripetizione ossessiva della statuetta votiva antica che entra ed esce dal video, tende a fermare con lo sguardo anche l’intelligenza, portandola verso interrogativi e domande sul senso del processo in campo, sul senso della ripetizione.
E’ indubbio che tra ripetizione e circolarità (il luogo geometrico suggerito) Osvaldo Maffei tenta una metafora del tempo e con essa attraverso di essa, cerca il significato nascosto e spesso censurato della dimensione archeologica del viaggio dell’uomo.
” Comme des longs échos qui de loin se confondent.. C’est un cri répeté par mille sentinelles…” (C Boudelaire)
Nello spazio del-dei video attraverso lo spazio innumerevolmente ripetuto dell’antico reperto, per Maffei prima di ogni altro ma anche per tutti quelli che guardano oltre la superficie si dà l’esperienza del tempo.”
Mario Cossali 1990