Vigilius 2023
Aprile 11, 2023

Partecipo al Dolomiti Pride 2023 con questa piccola immagine profumata, per avvicinare anche chi non vede i colori, perché sono convinto che la nostra forza stia anche nel saper allargare l’orizzonte e ascoltare, capire tutti quanti anche le persone meno fortunate.

Questo perche “Ogni senso regala sensazioni differenti, anche se non si vedono i colori: percepire al tatto un’increspatura, il profumo di un fiore o di un aroma che apre ai ricordi e infinite sensazioni che riportano a momenti passati.” (Sara Riboldi)

Il profumo è un sensazione caratterizzata da una scala di tre note olfattive, che misurano il grado di volatilità. Pure il grado della nostra persistenza nelle vite degli altri potrebbe essere comparabile alle note olfattive che raccontano:

* in alto le note di testa – la ragione talvolta ingannevole;

* al centro le note di cuore

* come base le note di fondo – i nostri sogni tenaci …

È dalla mescolanza di testa, cuore e sogno che si realizza di fatto la forza di perseguire la lotta contro ogni discriminazione con determinazione e coraggio!

Già nella scorsa edizione del Dolomiti Pride 2019 è stata stampata una piccola immaginetta intitolata VIGILIUS. In quella edizione fu distribuita dall’artista vestito da Vescovo “drag”, durante la parata, come si vede dal resoconto/backstage della performance Vigilius realizzata dal regista Thoma Saglia Pescatore ( sequel del film Papa Dario: “Vigilia”).

Se allora il fotografo ufficiale del Pride Antonello Veneri scelse l’ambientazione naturale, questa volta, lo scatto fotografico di Graziano Galvagni è all’interno di una sacrestia. Pur mantenendo un’impostazione classica del contenuto, il sobrio taglio editoriale – formato card 85,5 mm x 54 – è aggiornato agli standards corrispondenti al periodo che stiamo vivendo, con una strizzatina d’occhio al proliferare delle immagini social.

“Vigilius è un richiamo potente al territorio che ospita il GayPride, è un operazione poetica ed evocativa, in cui l’ambiguità corrisponde al tentativo di dare nuovamente volto e forma alle molteplici declinazioni iconografiche del santo patrono della città della Controriforma e a quello ancor più delicato e giocoso di ridefinire figure archetipiche dell’immaginario come affermazione di molteplici corrispondenze. […]

L’oggetto che sta nelle mani del protagonista dell’immagine è l’elemento che crea il cortocircuito: l’attribuito iconografico di Vigilio, è una scarpa di legno, una “sgalmera” con cui si identifica il discutibile martirio del Santo (si veda la rilettura della passion di Mons Rogger fondatore del Museo Diocesano)”. Francesca Piersanti