“Laddove un confine nasce, c’è bisogno di qualcuno che lo scavalchi, lo attraversi.”
“Wo eine Grenze entsteht, braucht es jemanden, der sie überschreitet.” Alexander Langer (1946-1995)
Vigilius torna a Bolzano, un tempo parte della diocesi di Trento, e nello scavalcare un confine fisico ne attraversa anche uno simbolico. Questo passaggio si manifesta nel suo stesso corpo e nei suoi attributi iconografici: lo zoccolo chiodato con cui fu lapidato è ora una vertiginosa scarpa lucente. Trasgressione, questa, che Vigilio non può permettersi di evitare, poiché, come ci ricorda Alexander Langer, “tradire” le proprie radici è un modo per amarle meglio.
Ed è infatti la radice stessa del nome Vigilio che lo caratterizza come colui che è sveglio, attento; colui che vigila. Vigilio è dunque woke in senso radicale: non semplicemente consapevole, ma profondamente vigile su ciò che accade ai margini dell’identità, della fede, dell’ordine costituito. Non dorme, non si ritrae, ma abita la soglia — là dove il senso vacilla e può rifondarsi. Vigilio veglia su ciò che è fragile, su ciò che cambia, su ciò che viene escluso: non per fissarlo, ma per riconoscerlo.
Da proselitista, Vigilio diventa così imparziale guardiano della pluralità queer e, proprio come Sylvia Rivera, è pronto a scagliare il suo tacco dodici contro chi — nel nome di un ordine immutabile — pretende di fissare identità rigide, di cancellare la complessità, di silenziare il dissenso.
È proprio nel varcare i confini, nel dimorare negli spazi liminali, che la realtà svela il suo volto più autentico e perturbante — ed è qui che avviene il generare: non come riproduzione dell’identico, ma come fioritura del possibile. Vigilio non si limita a custodire: egli partecipa all’atto radicale di dare vita a nuove forme di coesistenza, nuove visioni, nuove alleanze, e lascia che l’amore per le radici si esprima anche come rifondazione delle stesse.
Martina Maddaluno
“”Il Südtirolo Pride è l’occasione per focalizzare quelle istanze normative necessarie per una vita più dignitosa per le persone LGBTQIA+. Crediamo che il nostro territorio, se si dotasse di questi strumenti normativi, garantirebbe una più diffusa cultura del rispetto, del riconoscimento e di sicurezza non solo per un gruppo minorizzato, ma per tutte le persone. Il Pride è delle persone LGBTQIA+, ma riguarda tutta la comunità sudtirolese.“
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