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Ottobre 1, 2021

Il profumo della civetta di Paolo Orsi

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Da sempre imparentato con tutto ciò che non è apertamente manifesto, e così effimero da assumere parvenza di spirito, quello dei profumi si candida molto presto a diventare un linguaggio del cuore.”

FRANCESCA FARUOLO

A 170 anni dalla nascita del Museo Civico Rovereto, durante la rassegna del cinema archeologico diventata quest’anno RAM film festival dal 13-12.10 2021 https://www.ramfilmfestival.it/rica_home.jsp, potrete scoprire la magia del profumo della civetta attraverso seguendo il percorso nelle sedi sparse per la città di Rovereto

1. Teatro Zandonai, Corso Bettini 78

2. Alfio Ghezzi Bistrot, Mart Corso Bettini, 43

3. Palazzo Alberti Poja, Corso Bettini, 41

4. Museo della Città, Palazzo Sichart, via Calcinari, 18

5. Museo di Scienze e Archeologia, Palazzo Parolari, borgo S. Caterina, 41

Concepita come una installazione itinerante, a fine festival “Il profumo della civetta di Paolo Orsi” – approderà a palazzo Parolari – Largo Santa Caterinan nella Giornata di studi “Paolo Orsi, archeologo e uomo: la corrispondenza, gli archivi, le idee” a cura di Barbara Maurina e Fondazione Museo Civico di Rovereto che si terrà il Venerdi 22 ottobre 2021.

Askos in forma divetta porta profumi della collezione Paolo Orsi

L’omaggio ad Orsi è un tema caro all’artista che torna con questo nuovo lavoro dopo la video opera “Omaggio ad Orsi” del ‘90, la performance “Magna Grecia” https://www.osvaldomaffei.com/magna-grecia-di-osvaldo-maffei/ in occasione della Mostra “Orsi Halber e Gerola” – 2009, l’installazione “Orsi Sarfatti Classicismo e Modernità” al Teatro Zandonai https://www.osvaldomaffei.com/orsi-e-sarfatti-fra-classicismo-e-modernita/– 2018 ed infine la mostra “Metà” al Locos’ Bar di Rovereto 2019 https://www.osvaldomaffei.com/meta/.

Questa volta sarà una leggenda del museo ad ispirare il lavoro, infatti si racconta che la civetta di ceramica, donata dall’Orsi, sia ancora impregnata del profumo originario del tempo in cui fu costruita. Su questa suggestione poggia l’idea di una riflessione sul come l’effimera memoria si possa conservare indipendentemente dai supporti che la trasmettono di epoca in epoca.

Un lavoro che mette in campo varie tecniche di conservazione dei saperi, una riflessione sui linguaggi che pone l’attenzione sulla memoria, sui processi di trasmissione dei contenuti e su come i contenuti del passato possano mutare significato in rapporto al significante. Maggiore è l’entropia, minore è la quantità di informazione; al ricercatore scientifico spetta il ruolo di ricostruire e interpretare percorsi storici, all’artista spetta il tentativo di ricucire trame di contenuto e nuovi immaginari narrativi.

Nido con pagliuzze di silicio e “Balsamario.

Il profumo scelto è della famiglia legnosa e si chiama OPOPANAX. “Una delle resine più straordinarie, cugina della mirra. Venuta dall’Oriente, fu inizialmente utilizzata come medicina oltre che come profumo”. (OPOPANAX, 34 Diptyque Boulevard Saint Germain Paris ; acquistato presso Olfattorio Bar a Parfums – BERGAMO, https://olfattorio.it/portfolio/bergamo-via-s-caterina-70/),

Balsamario con briciole di silicio

La studiosa Stefania Garanti sostiene che il reperto conservato a Rovereto è fra i più belli della serie distribuita nei più importanti musei europei perché nella “civetta di Rovereto si vedono pienamente realizzati i tentativi di movimentare la figura e di accentuarne così i valori plastici: tra le repliche è da considerarsi il pezzo migliore”. Quella del Museo del Louvre di Parigi è stato segnalato dallo storico dell’arte Philippe Daverio la descrive in questo modo. ” La faccia stilizzata simile ad una maschera di questa civetta è straordinariamente espressiva. Alta solo 5 cm, fungeva da porta-profumo (aryballos), come indicato dal suo serbatoio interno, dal beccuccio e dai fori nella sua base per le corde da cui poteva essere sospeso. Deriva il suo fascino dalla perfetta forma modellata e degli elementi decorativi. Il vaso è decorato con vernice nera, riflessi rossi, disegno a tratteggio e punti. Sebbene Corinto fosse molto all’ombra di Atene.

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